martedì 3 dicembre 2013

Un modo corretto di fare storia ...


Durante un importante corso di aggiornamento dedicato agli insegnanti impegnati nel progetto ESABAC, tenutosi presso la sede del Consolato di Francia in piazza Ognissanti a Firenze, è stato affrontato il differente modo di affrontare la storia nei Licei italiani e francesi. In modo particolare viene rimproverato alla scuola italiana di essere poco laboratoriale e di muoversi troppo all'interno di rigide gabbie cronologiche ed evenemenziali. Da parte italiana si osserva invece che fondamentale per la comprensione storica risulta essere la chiara delineazione di un quadro storico globale segnato fortemente dai limiti del tempo e dello spazio. Intorno all'uso degli stessi documenti il dibattito è aperto ma, di fondo, presi da un valido confronto culturale e metodologico, rischiamo di non avvertire la vera entità strutturale di ciò che manca nella scuola per l'insegnamento della storia: le ore di lezione. Con la “riforma”, attuata alcuni anni fa sotto la spinta del Ministro Gelmini, le ore di storia in un liceo scientifico sono scese da tre a due con programmi praticamente immutati. In questo nuovo contesto le lezioni non solo sono diventate ancora più cattedratiche ma costringono spesso a percorsi forzati che alla fine rischiano di divenire soltanto effimeri esercizi mnemonici. Nel mio Liceo ho avuto invece modo di provare come si fa un altro tipo di storia lavorando con attenzione sui nodi storici e facendo trarre propri percorsi conoscitivi lasciando nelle mani degli studenti documenti e testimonianze vive. Nello specifico, affrontando il fascismo con la mia V C, ho portato, all'interno di un tavolo di lavoro composta dai miei studenti, una quindicina di vecchi libri di vari anni delle scuole elementari degli Anni Venti e Trenta in modo che da questi potessero essere tratte quelle informazioni e quei giudizi storici necessari ad un più dinamico e concreto svolgimento del programma scolastico. Nella serata di ieri ho portato invece mio padre ad un incontro fra studenti e genitori sul tema della scelta cui furono costretti i soldati italiani dopo l'8 settembre. La sua ricostruzione dei fatti, profonda e interessante in quanto ancora testimonianza viva, ha destato attenzione e sicuramente i ragazzi presenti manterranno ricordi abbastanza forti su quanto affrontato ma …
queste due iniziative costituiscono momenti abbastanza rari di scuola che non possono rappresentare in alcun modo un'ordinarietà che, a causa delle poche ore a disposizione, continua ad essere cattedratica ed evenemenziale schiacciata da compiti ed interrogazioni che spesso tendono a trasformare gli stessi licei in fabbriche di voti. Basterebbe poco …...

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