martedì 29 agosto 2017

RITORNA “LIBERI DI PEDALARE”?


Dopo alcuni anni di interruzione sembra che la manifestazione “Liberi di pedalare” stia per essere riproposta per domenica 17 settembre.
Come è noto la pedalata storico istituzionale sui luoghi della memoria “Liberi di pedalare” ha rappresentato per diversi anni l'occasione di ripercorrere i luoghi caratteristici del fronte dell'Arno che nel 1944 ha visto la distruzione di ponti, di torri, di campanili, di strade e di ferrovie. Il percorso che va dal ponte di Signa al ponte Santa Trinità di Firenze è costellato ancora di ferite segnata dalla perdita di strutture storiche come i ponti di Firenze e di Signa, la Porta Fiorentina di Lastra a Signa, il Colombaione di Badia a Settimo.
In un percorso leggero che tocca le due sponde dell'Arno negli anni passati centinaia, di ciclisti di ogni età hanno pedalato insieme agli amministratori dei comuni di Signa, Lastra a Signa, Scandicci, Campi Bisenzio e Firenze ricordando i valori di libertà da sempre alla base dello sport.
Il titolo della manifestazione viene appunto dalla frase pronunciata da Enzo Desideri, campione del ciclismo e medaglia d'argento al valor militare della guerra di liberazione, che recitava appunto: “Pedaleremo ancora sulle strade libere d'Italia”.
La prima edizione ebbe fra l'altro come padrino l'indimenticabile Alfredo Martini.
Il presidente del Consiglio Comunale di Signa Massimo Campigli, insieme agli altri presidenti, sta procedendo per riprendere una sentita tradizione e per rafforzare il principio che nessuno sport può essere considerato degno di questo nome se non unito ai valori più profondi della nostra etica e della nostra tradizione.
Se tutto va bene fra pochi giorni potrà essere nuovamente annunciato il ritorno dell'iniziativa per il prossimo 17 settembre.

domenica 27 agosto 2017

NELLA CHIESA DI SAN LORENZO LA PRESENTAZIONE DEL PALIO DI SIGNA 2017.

Presentazione del Palio 2015 realizzato da Mara Faggioli.

Con la solennità che si deve alle antiche tradizioni il prossimo 1 settembre, alle ore 21.00, nella prestigiosa cornice della chiesa di San Lorenzo, verrà presentato il Palio di Signa.
L'opera, realizzata quest'anno da Giampaolo Beltrame, costituisce il premio riservato al quartiere di Signa che vincerà la gara fra arcieri prevista nel Giardino dell'Edera, sotto la Torre di Settentrione del Castello, per venerdì 8 settembre.
Prima della presentazione del Palio, alla presenza del Sindaco Alberto Cristianini, i popoli di San Miniato, San Giovanni, San Lorenzo e Santa Maria avranno in sorte gli arcieri che li rappresenteranno nella sfida che, oltre l'ambito trofeo, offrirà al quartiere il posto d'onore nella sfilata del Lunedì di Pasqua in onore della Beata Giovanna.
I pali dipinti negli ultimi trent'anni hanno visto l'opera di autori di chiara fama e nel loro insieme costituiscono un vero museo di arte contemporanea.
Viva è l'attesa e la curiosità di conoscere gli argomenti e il soggetto del dipinto di Beltrame: curiosità che potrà essere soddisfatta soltanto il prossimo venerdì con lo svelamento dell'opera e la sua relativa presentazione.
Alla cerimonia saranno ovviamente presenti, oltre ad una rappresentanza del Corteo Storico, il presidente del Corteo Lorenzo Gori, il camarlengo della Venerabile Compagnia del SS Sacramento e dello Spirito Santo Giampaolo Tolone e l'assessore alla Cultura Giampiero Fossi.

sabato 26 agosto 2017

RAFO

È bello soffrire una vita perché altri ne godano per l’eternità

Nel piano inferiore del cimitero di San Miniato, sulla destra, tra le sepolture degli inizi Anni Sessanta, sulla tomba di Raffaello Fossi si legge questa iscrizione che riassume il principale messaggio della sua breve ed intensa vita artistica.
L’8 gennaio del ‘62 segna per Rafo la fine di speranze e di sogni che erano riusciti a dare un senso alla sua sofferenza fisica attraverso la musica, la poesia, la scultura e soprattutto la pittura, dando spazio ad un suo percorso artistico interamente finalizzato all’amore per la vita ed alla gioia stessa del vivere.
La morte quasi improvvisa giunta a 33 anni alla vigilia del suo tanto agognato viaggio a Parigi, dove pensava di prendere contatto con le avanguardie artistiche presenti allora nella capitale francese, interrompeva bruscamente un percorso che, dopo tante difficoltà e delusioni, sembrava essere arrivato ad un successo che lo stava consacrando anche agli occhi di un pubblico più vasto accanto agli amici Loffredo, Tirinnanzi, Venturi, Gambassi, Bergomi, Pini, Midollini, Antonio e Xavier Bueno.
Il percorso artistico di Raffaello Fossi era iniziato nel Castello di Signa negli anni a ridosso del secondo dopoguerra, in un momento ricco degli stimoli e delle forze propulsive tipiche della ricostruzione.



La presenza a Signa della “bottega” di un artista del livello di Giuseppe Santelli e di una notevole attività artigianale legata alla produzione di ceramica e di terrecotte artistiche contribuì a mostrare a molti giovani signesi e lastrigiani la bellezza di misurarsi con i temi dell’arte favorendo la nascita di pittori e scultori capaci di lasciare una profonda traccia nella storia artistica di questo territorio come Moschi, Catarzi, Bertelli, Borgini ed i fratelli Cartei.
Per Rafo alle prime esperienze pittoriche, sviluppatesi nella scuola di Giuseppe Santelli, che da subito ne aveva individuato il talento naturale, seguirono quattro anni di studio presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze sotto la direzione del professor Giorgio Settala seguiti a loro volta da un periodo di perfezionamento nella Scuola del Nudo.
Una forte preparazione su ogni tecnica pittorica si accompagnerà a continui tentativi ed esperimenti che porteranno Rafo ad avventurarsi in ogni ambito artistico mantenendo al tempo stesso una forte tensione culturale caratterizzata sia dalla lettura che dallo studio di filosofi e scrittori non solo contemporanei.
La sua partecipazione attiva all’interno del dibattito culturale ed artistico fiorentino contribuirà a far si che ogni sua opera fosse accompagnata da una sua vivace filosofia di fondo sorretta dalla certezza del ruolo dell’arte nel progresso dell’umanità.
Fra le sue citazioni più ricorrenti la definizione di Prassitele sull’arte.
È nemica della guerra perché è un dono dell’uomo all’uomo.
I problemi fisici da cui era affetto che da un lato ne limitavano i movimenti, dall’altro lo caricavano di rabbia, di passione, di voglia di vivere e di fare.


Proprio in un momento di seminfermità, relegato nella sua camera di via dell’orologio, iniziò le sue prime sperimentazioni pittoriche lungo percorsi diversi e spesso contraddittori che gli offrirono gli strumenti tecnici fondamentali per lo sviluppo di un proprio stile sempre più libero dagli schemi accademici che troverà uno sbocco fondamentale nell’attenzione verso Rosai e la sua opera.
Proprio Ottone Rosai avrebbe suggerito l’uso del nome d’arte RAFO utilizzando le due lettere iniziali del nome e del cognome: dal 1957 quasi tutta la produzione sarebbe stata siglata con quello pseudonimo.
Lo stesso Rosai in una lettera del 5 aprile 1957 incoraggiava l’amico pittore a credere nella sua opera ed a continuare nei propri originali percorsi d’arte.
Caro RAFO, ho visto e guardato con interesse i tuoi disegni. Mi è sembrato scorgervi un temperamento e una tua autenticità d’artista. Lavora e credi nella tua verità.
Con il 1957 inizia un periodo segnato da importanti mostre con le quali si sviluppa un rapporto ancora più intenso con gli amici pittori e con critici d’arte capaci di cogliere le novità di un messaggio pittorico carico di contenuti originali. 

 
Il registro delle firme di queste sue mostre inizia con una breve pagina dattiloscritta, datata marzo 1957, nella quale RAFO prova a spiegare il significato delle sue scelte artistiche e della sua volontà di offrirle alla visione ed alla comprensione degli altri.
Mi sembra opportuno dire il perché di questo mio primo contatto con il pubblico e la critica, di questo mio mostrare per immagini, ciò che è in me, ciò che sente la mia sensibilità artistica.
Ho lavorato più di dieci anni per prepararmi, con ricerche e studi che di giorno in giorno crescevano d’interesse e d’entusiasmo maggiore quando altri pittori vedendo i miei disegni, le mie pitture, mi incoraggiavano a continuare.
Ho acquistato con l’esperienza, lentamente, quel potenziale che ci fa operare via via che altri artisti mi davano la mano consapevoli della mia serietà, del mio impegno che si tramuta in fede.
E così che necessariamente continuerò a dipingere per tutta la vita fino a quando potrò donare, (…)
Questo mio ingresso nella vita artistica è per me come per il neonato un battesimo, una celebrazione d’un rito da lungo tempo aspettato. (…)”
La definizione dell’arte intesa come dono è un motivo di fondo del suo pensiero che si può riscontrare in una delle frasi che lo accompagnavano e che scriveva sui muri dei suoi studi, a Signa in via dell’orologio e a Firenze in via XXVII aprile; questa era ripresa da una citazione di Modigliani e recitava:
La vita è un dono di coloro che sanno e che hanno a coloro che non sanno e che non hanno.

Il primo giugno del 1957 fu inaugurata la sua prima esposizione presso la Galleria “Vigna Nuova” di Firenze, cui seguirono in successione, oltre a ripetute partecipazioni a concorsi e a collettive, altre mostre personali che ebbero, come si può rilevare da articoli di stampa, grandi successi di critica e di pubblico. Nell’ottobre del 1957 si tenne una nuova personale presso la Biblioteca Comunale di Empoli mentre il 1958 vide i successi della Galleria “Falsetti” di Prato e, di nuovo, della Galleria “Vigna Nuova” di Firenze. 


Nella presentazione di una sua mostra il tentativo di definire lo stile e le finalità della propria pittura:
“…È un discorso iniziato nel 1948, parlo s’intende di linguaggio pittorico. All'inizio del 1957 arrivai al così detto Astrattismo, al quadro non oggettivo e proseguendo non mi restava che la tela bianca. Da questa interessante scoperta, il mio ritorno a riguardare l'oggetto, la natura. Tornare con tutte l'esperienze del secolo XX allo spirito dell'uomo primitivo in una nuova sincerità che comunicasse a tutti gli uomini universalmente quello che il mio cuore sentiva, quello che l'uomo in me voleva dire, donare quelle visioni che la critica chiama arte con l'A maiuscola. Comprendere la natura significa afferrare il cuore dell'Universo e farlo suo, svelare il segreto del tempo che muta le cose, oltrepassare gli oggetti nell'apparenza e vederne l'intima realtà. Perciò prima dei problemi umani e sociali studiare, la natura è stato il compito che mi sono prefisso e che in pittura continuo a svolgere. Vedere una foglia e riuscire a dipingerla coll'essenziale di linee e colori è come dipingere il tutto perché in essa questi si racchiude. Semplicità di linee, pochi colori, temi eterni come il giorno e la notte, ecco questa mia pittura in una materia ordinata armoniosamente; attimi del tempo che restano eterni e che la natura ripropone innovandosi.
Parlare del lato tecnico, economico, sociale è parlare dell’uomo perché quelle tele, quelle e non altre, è chiedere la mia vicenda umana. Chiedere la ragione delle privazioni, dei tormenti, dell’intenso lavoro e studio è chiedere il perché della volontà che lotta incessante ai richiami facili per una vita comoda. La continua rinuncia al companatico, i periodi di solitudine, i rimproveri, le risate, gli sberleffi, è chiedere la mia vita personale ed allora troppe cose bisognerebbe dicessi ed alla fine del lungo discorso vi avrei stancato, rattristito. …”
Nel luglio del 1959 la Galleria “Spinetti” di Firenze ospiterà una personale che, secondo Umberto Baldini, segnerà la piena maturazione artistica di RAFO. In un suo articolo, pubblicato sulla Nazione del luglio 1959, Baldini scriverà:
Una notevole serie di dipinti, frutto dell’attività dell’ultimo triennio, presenta il pittore Rafo alla Galleria Spinetti di Chiasso degli Armagnati. La rassegna acquista valore ed interesse soprattutto perché dà la possibilità di individuare con chiarezza la ricerca attuale dell’artista, dopo le esperienze soggettivistiche su base astrattista. Tale ricerca sembra anzi avere trovato, proprio nelle più recenti opere, una buona predella di lancio, un ottimo punto di partenza per una prospettiva assolutamente nuova in lui e ugualmente interessante. La grafia schematica e geometrica nella quale forse anche un po’ cerebralmente aveva cercato per ricostruire la forma e l’oggetto, lo sta infatti portando verso una scioltezza di linguaggio felice ed immediato, sensibile e vibrante. Certi suoi paesaggi, certi suoi appunti di colori e di spazio, hanno una coesione ed un ritmo veramente notevoli e hanno già – e non è poco – uno stile, una personalità, una qualità inconfondibile.”
Nelle parole di Baldini la consapevolezza del compimento di un percorso iniziatico con l’attraversamento di molti stili e l’arrivo a quella “verità” indicata da Rosai pochi anni prima.
La mostra alla Galleria “Il Bulino” di Ferrara, nell’autunno del 1960, costituirà un altro importante passaggio nella direzione di una presa di coscienza sempre più forte nei confronti dell’approdo ad un più definito stile personale che, valorizzando ogni momento ed ogni esperienza provata nei vari ambiti seguiti dal pittore andava segnando le principali caratteristiche della sua arte.


Abbandonate col tempo le pur utili sollecitazioni esterne e muovendosi arditamente su percorsi più liberi ed a lui più congeniali si assiste, nell’ultimo periodo, alla produzione di opere particolari, nelle quali si legge il suo passato, ma che si risolvono in un’autonomia piena e con uno stile sicuramente inconfondibile.
La sua capacità di esprimersi utilizzando le più particolari tecniche pittoriche fu utilizzata anche su quelle tematiche di valenza politica e civile che animavano il dibattito dei primi Anni ’60. La guerra fredda e il timore di un conflitto nucleare rappresentarono alcuni dei fronti in cui Rafo impegnò direttamente il suo pensiero e la sua arte.
La Mostra Antinucleare che si terrà a Firenze nel 1961 vedrà la sua partecipazione con un quadro di notevoli dimensioni dal titolo “La fine”. Questo dipinto, oggi esposto nella Sala Consiliare del Comune di Signa, rappresenta due mani scheletrite, su di uno sfondo verde, irreale, che si aggrappano ad un reticolato di filo spinato, quasi a testimoniare, con quella citazione da campo di sterminio nazista, che quanto era accaduto poteva nuovamente accadere nella prospettiva di un nuovo olocausto universale. Portandosi dietro la foto di questo dipinto, Rafo partecipò, giovedì 21 dicembre 1961, ad una trasmissione televisiva dal titolo “Arti e Scienze”.
I grandi quadri su iuta, le ragnatele, le immagini che vanno ben oltre l’ambiente ed il contesto tipico dei primi anni sessanta, costituiscono elementi originali di forte tensione artistica estremamente coinvolgenti anche per chi li guarda.
Sempre Umberto Baldini scriverà su “La Nazione” del 26 giugno 1961:
“ … i risultati appaiono veramente notevoli specie se confrontati con l’ultima sua attività: c’è più libertà, più piglio, più incisività nel suo linguaggio che va risolvendo in emozioni di larga cromia il recente cristallizzarsi di una quasi geometrica elaborazione …”
Nella bellezza delle sue opere e nel raggiungimento di un obiettivo tanto desiderato la finale paura di perdere quella tensione artistica che lo aveva spinto verso simili risultati: confidava al fratello, nei mesi precedenti la sua prematura scomparsa, che ormai si sentiva assuefatto alla vita ed esprimeva il timore di non riuscire più ad evolvere la sua arte verso nuove e dinamiche direzioni.

UNA MOSTRA SULL'ARTE DELLA PIETRA NELLO SPEDALE DI SANT'ANTONIO A LASTRA A SIGNA: UN OMAGGIO AGLI SCALPELLINI, UN OMAGGIO A TULLIO NALDI.


Nell'ambito della Fiera di Mezzagosto il comune di Lastra a Signa ha dedicato l'intero spazio espositivo dello Spedale di Sant'Antonio ad una esposizione dedicata all'arte della pietra e con un vero omaggio alla figura dello scalpellino.
Le cave di pietra serena della Gonfolina, a sinistra e a destra d'Arno, hanno per secoli caratterizzato la produzione di lapidei del territorio fiorentino con maestranze di altissimo livello capaci di realizzare vere opere d'arte.
Ancora oggi esistono aziende impegnate nella lavorazione della pietra che rendono sempre attuale la bellezza di un artigianato presente nelle Signe e nel Carmignanese sin dal periodo etrusco.
Molte le realizzazioni di Tullio Naldi: uno scalpellino che dagli Anni Trenta ad oggi è capace di offrire sculture, interamente scolpite con mazzuolo e scalpello, che incarnano pienamente lo spirito dell'arte toscana.
Molti gli oggetti da cava esposti, bello l'incontro con chi questi oggetti li sa usare.


sabato 19 agosto 2017

Dal 2 settembre “Nudi” di Giampaolo Beltrame nella Sala dell'Affresco del Palazzo Comunale di Signa .

 
IL prossimo 2 settembre, alle ore 10.00, verrà inaugurata nella Sala dell'affresco del Palazzo Comunale di Signa la mostra personale di Giampaolo Beltrame dedicata al nudo femminile.
Entrare nella mostra di Giampaolo Beltrame vuol dire immergersi in un mondo particolare dove le esecuzioni artistiche riescono ad abbracciare immagini di rara bellezza.
La scelta di una mostra dedicata ai nudi femminili, con un percorso iniziatico formato da copie di opere che dal XVII secolo arrivano sino a Modigliani, ha i suoi punti di forza nella perfetta riproduzione di corpi contenenti in sé forti suggestioni evocative.
In un'esposizione pulita, lontana dalle volgarità della pornografia, un certo erotismo aleggia nella pura semplicità di donne per niente ammiccanti ma forti della loro bellezza e della loro femminilità.
Le opere di Giampaolo Beltrame costituiscono un vero inno alla donna, mai oggetto, consapevole pienamente di una propria natura dove sentimento, passione, ingenuità e grazia si uniscono in un qualcosa di unico degno di stare accanto a capolavori del passato.
L'estro dell'artista in questo caso viene accompagnato e guidato dalla perfezione tecnica di una manualità estrema rafforzata dalla conoscenza piena di ogni passaggio della storia dell'arte. Le opere proprie, intriganti e originali, vengono dopo lo studio più che decennale di ciò che è stato fatto prima e dal rispetto nei confronti di chi, anche in modo diverso, si è misurato con il mistero ed il fascino della Donna.
Una grande abilità nell'uso delle trasparenze permette inoltre ai vari corpi di sovrapporsi e di compenetrarsi in un insieme di forme che si mischiano in un lirismo capace di condurre verso sentimenti carichi di estrema dolcezza.


giovedì 17 agosto 2017

NEL SEGNO DELLO SPORT IL 73° ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE DI SIGNA.


Come ogni anno la Festa della Liberazione di Signa viene dedicata ad un argomento specifico che in qualche modo vuol dare luce ad aspetti particolari di un evento poliedrico che, nella tragicità di momenti veramente difficili, hanno contribuito a rendere la comunità signese più forte nei propri valori.
Dopo avere dedicato le passate cerimonie al ricordo del ruolo sostenuto dagli Stati Uniti d'America, dalla Stampa, dall'Arma dei Carabinieri, dal Gruppo di Combattimento Cremona e da molte altre realtà, quest'anno viene affrontato il tema “Libertà e Sport” con una serie di iniziative culminanti nella cerimonia istituzionale del 4 settembre.
Quando si parla di sport e di libertà a Signa il personaggio di maggior riferimento è sicuramente Enzo Desideri, campione del ciclismo caduto come volontario del nuovo esercito italiano nella Battaglia del Senio e medaglia d'argento al valor militare.
A lui sarà dedicata, nel pomeriggio del 2 settembre, presso il circolo Donizetti, una conferenza tenuta da Boreno Borsari organizzata dalla locale sezione dell'ANPI.
Per il 4 settembre, alle 18.30 presso lo stadio F. Puskas, è prevista l'intitolazione di una via a Gino Bartali con la presenza, fra gli altri, Eugenio Giani, Paolo Bambagioni e Lisa Bartali: relatore ufficiale sarà il vice ministro Riccardo Nencini,
La cerimonia solenne della Festa della Liberazione di Signa avrà inizio invece alle 21.00 davanti al Palazzo Comunale da dove partirà, dopo l'omaggio al monumento dei caduti, un corteo che si fermerà in piazza Cavour, dove verrà deposta una corona, per poi raggiungere piazza Stazione per l'Alzabandiera. La cerimonia, accompagnata dalla fanfara dei Bersaglieri A. Marzi di Firenze e dalla filarmonica G. Verdi di Signa, si concluderà con l'intervento del presidente del Consiglio Regionale Eugenio Giani.
Saranno ovviamente presenti, insieme alle associazioni combattentistiche, d'arma e partigiane, le rappresentanze dell'associazionismo signese.




lunedì 14 agosto 2017

CONSIGLI PER LA LETTURA - DA PIANA NOTIZIE

Ringraziando Piana Notizie per lo spazio che mi ha dato inserisco questo filmato anche nel mio blog.
Invito ovviamente chi mi segue a seguire anche la testata on line della Piana.

domenica 13 agosto 2017

A SAN PIERO A PONTI RICORDATO L'ECCIDIO DEL 13 AGOSTO 1944


I comuni di Signa, Campi Bisenzio e Lastra a Signa hanno commemorato, con una cerimonia semplice ma sentita, l'eccidio perpetrato dalle truppe nazifasciste il 13 agosto del 1944 dove furono trucidati 13 cittadini della zona.
Alla presenza dei parenti delle vittime e di associazioni partigiane e combattentistiche sono intervenuti i rappresentanti dei tre comuni che, nel ricordare l'orrore di 73 anni fa, hanno manifestato l'impegno delle amministrazioni nel lavorare insieme per il mantenimento dei valori della memoria.

sabato 12 agosto 2017

IL GONFALONE DEL COMUNE DI SIGNA A SANT'ANNA DI STAZZEMA.


Il periodo compreso fra agosto e ottobre è ricco di celebrazioni dedicate al passaggio del fronte e alla lunga scia di sangue che ha accompagnato la disfatta nazifascista in Italia. Dalle giornate gioiose, che ricordano la liberazione di varie zone e città simbolo, si passa a riflessioni più dolorose collegate agli eccidi dei Tedeschi in ritirata che hanno visto in Sant'Anna di Stazzema e in Marzabotto i principali luoghi di martirio.
Come ogni anno il gonfalone, decorato con medaglia d'argento, del comune di Signa è stato presente ad ogni celebrazione ed oggi ha sfilato nella piazzetta e davanti al sacrario di Sant'Anna di Stazzema. Il simbolo della comunità signese è stato accompagnato dagli assessori Giampiero Fossi e Adriano Paoli che hanno sottolineato l'importanza di continuare quel percorso della memoria così importante per la costruzione di una vera coscienza democratica.
Dopo aver ricordato le 560 vittime di Sant'Anna, Signa continua le celebrazioni della propria liberazione, iniziate il 5 agosto con il ricordo di Gianni Cabrini, con la commemorazione dell'eccidio di San Piero a Ponti, che avrà luogo domani, 13 agosto alle 10.00 nel luogo in cui 73 anni fa vennero vennero trucidati tredici cittadini.

domenica 6 agosto 2017

BUON COMPLEANNO GIAMPIERO!


L'8 di agosto finiscono i miei primi 60 anni.
Anni bellissimi che potrei rivivere all'infinito.

CON IL MERCATINO DI SIGNA AD OBERDRAUBURG SI FESTEGGIA UNA NUOVA PAGINA DI UN GEMELLAGGIO MOLTO SENTITO.


Come ogni anno, agli inizi del mese di agosto, in una Oberdrauburg gremita di turisti si tiene, all'interno della Nudelfest, il mercatino di Signa con la presentazione di prodotti tipici del nostro territorio.
Il gemellaggio con la cittadina austriaca risale al 1996 e vede da anni un rapporto continuo di amicizia e di conoscenza fra le realtà della Toscana e della Carinzia.
Anche quest'anno la numerosa delegazione signese, guidata dal presidente dell'Associazione Scambi Internazionali Maurizio Catolfi, ha visto la presenza dell'Amministrazione Comunale con gli assessori Marinella Fossi e Federico La Placa e il consigliere Gianni Vinattieri. Marinella Fossi è intervenuta fra l'altro all'inaugurazione della nuova piazza di Oberdrauburg dove ha ricordato il forte legame che lega le due comunità dopo 26 anni di gemellaggio.
L'assessore ai gemellaggi e agli scambi internazionali Giampiero Fossi, in un suo messaggio, sottolinea il buono stato di salute dei gemellaggi signesi con rapporti sempre più forti, oltre che con Oberdrauburg, anche con la cittadina francese di Maromme.
Il lungo successo di queste iniziative è dovuto soprattutto alla grande collaborazione con l'Associazione Scambi Internazionali e alla partecipazione attiva di cittadini ed associazioni. I gemellaggi per Signa non sono mai stati limitati a rapporti fra amministrazioni ma hanno mantenuto costantemente come fondamento il rapporto diretto fra persone in un'ottica che guarda soprattutto all'Europa.


sabato 5 agosto 2017

SIGNA RICORDA GIANNI CABRINI



Stamani con una semplice cerimonia l'Amministrazione Comunale di Signa ha reso omaggio al sacrificio di Gianni Cabrini, trucidato dalle truppe naziste il 5 luglio del 1944.
Nel cimitero monumentale di San Miniato a Signa, davanti alla tomba che ne conserva i resti, sono intervenuti il vice sindaco Sara Ambra e l'assessore Giampiero Fossi che hanno tracciato la figura di Cabrini ed hanno manifestato l'impegno nel mantenere viva una memoria preziosa anche per le giovani generazioni.
Importante la presenza dell'ANPI di Signa che, con la propria presidente Selene Samà, ha manifestato la ferma volontà di continuare a rendere sempre più vivi i valori della nostra democrazia.
Il nipote di Gianni Cabrini, che porta lo stesso nome, ha ricordato l'importanza di realizzare il nuovo monumento ai caduti e di proseguire nella ricerca storica su periodi ed avvenimenti non ancora del tutto conosciuti.

mercoledì 2 agosto 2017

PROSSIMA L'APERTURA A SIGNA DEL CENTRO DONAZIONI SANGUE.

Dante Grifoni, Isio Masini, Piero Ficarra e Stefano Calzolai.

Entro il mese di settembre è prevista l'inaugurazione del Centro per la donazione di sangue e plasma nei locali di via La Pira a Signa che potrà raccogliere donazioni di una vasta area e portare ad alti livelli una disponibilità che negli anni ha segnato in positivo tutto il territorio signese. La piena funzionalità è prevista entro la fine del corrente anno; i locali, ormai completati nella loro struttura, sono in attesa degli arredi in vista del prossimo accreditamento.
Nella giornata di oggi una visita d'eccezione ha fornito ulteriori suggerimenti verso ciò che è necessario per rendere la struttura sanitaria adeguata ai più moderni standard in questo campo. Il dottor Isio Masini, direttore della Struttura Organizzativa Complessa di Immunoematologia e medicina trasfusionale di Firenze e di Empoli, è stato accolto nella futura sede del centro dal presidente dell'AVIS Dante Grifoni e dai consiglieri Stefano Calzolai e Piero Ficarra che hanno illustrato i locali e la progettazione.
Presenti anche gli assessori Giampiero e Marinella Fossi che, nel ricordare il pieno sostegno dell'Amministrazione comunale e del sindaco Alberto Cristianini, hanno espresso gratitudine per l'azione costante del volontariato, protagonista di un'operazione né facile né scontata con l'AVIS come capofila.
In particolare l'assessore alle politiche socio-sanitarie Giampiero Fossi ha evidenziato la posizione baricentrica del nuovo centro e ha annunciato per il prossimo autunno la possibilità di una campagna per il sangue rivolta a Scuola, biblioteca, centri sportivi e associativi finalizzata a incrementare la raccolta, già favorita dalla prossimità della sede.