Durante un
importante corso di aggiornamento dedicato agli insegnanti impegnati
nel progetto ESABAC, tenutosi presso la sede del Consolato di Francia
in piazza Ognissanti a Firenze, è stato affrontato il differente
modo di affrontare la storia nei Licei italiani e francesi. In modo
particolare viene rimproverato alla scuola italiana di essere poco
laboratoriale e di muoversi troppo all'interno di rigide gabbie
cronologiche ed evenemenziali. Da parte italiana si osserva invece
che fondamentale per la comprensione storica risulta essere la chiara
delineazione di un quadro storico globale segnato fortemente dai
limiti del tempo e dello spazio. Intorno all'uso degli stessi
documenti il dibattito è aperto ma, di fondo, presi da un valido
confronto culturale e metodologico, rischiamo di non avvertire la
vera entità strutturale di ciò che manca nella scuola per
l'insegnamento della storia: le ore di lezione. Con la “riforma”,
attuata alcuni anni fa sotto la spinta del Ministro Gelmini, le ore
di storia in un liceo scientifico sono scese da tre a due con
programmi praticamente immutati. In questo nuovo contesto le lezioni
non solo sono diventate ancora più cattedratiche ma costringono
spesso a percorsi forzati che alla fine rischiano di divenire
soltanto effimeri esercizi mnemonici. Nel mio Liceo ho avuto invece
modo di provare come si fa un altro tipo di storia lavorando con
attenzione sui nodi storici e facendo trarre propri percorsi
conoscitivi lasciando nelle mani degli studenti documenti e
testimonianze vive. Nello specifico, affrontando il fascismo con la
mia V C, ho portato, all'interno di un tavolo di lavoro composta dai
miei studenti, una quindicina di vecchi libri di vari anni delle
scuole elementari degli Anni Venti e Trenta in modo che da questi
potessero essere tratte quelle informazioni e quei giudizi storici
necessari ad un più dinamico e concreto svolgimento del programma
scolastico. Nella serata di ieri ho portato invece mio padre ad un
incontro fra studenti e genitori sul tema della scelta cui furono
costretti i soldati italiani dopo l'8 settembre. La sua ricostruzione
dei fatti, profonda e interessante in quanto ancora testimonianza
viva, ha destato attenzione e sicuramente i ragazzi presenti
manterranno ricordi abbastanza forti su quanto affrontato ma …
queste due
iniziative costituiscono momenti abbastanza rari di scuola che non
possono rappresentare in alcun modo un'ordinarietà che, a causa
delle poche ore a disposizione, continua ad essere cattedratica ed
evenemenziale schiacciata da compiti ed interrogazioni che spesso
tendono a trasformare gli stessi licei in fabbriche di voti.
Basterebbe poco …...
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