Le
origini della Pubblica Assistenza di Signa affondano le proprie
radici in un evento tragico avvenuto poco più di 100 anni fa:
davanti alla vecchia stazione ferroviaria ci fu il deragliamento di
un treno che provocò vittime e feriti. Sul luogo dell'incidente
accorsero numerosi cittadini di Signa che si prodigarono
spontaneamente nei soccorsi. Pochi mesi dopo nacque, nei locali del
vecchio circolo “Donizetti”, l'associazione della Pubblica
Assistenza che da subito iniziò a distinguersi nell'offerta di aiuto
verso chi aveva bisogno di soccorso o di trasporto in ospedale.
Approfittando
dell'occasione offerta dall'inaugurazione di un'autoambulanza e di
tre nuovi mezzi per il trasporto sociale il presidente della Pubblica
Assistenza Matteo Carrai ha posizionato davanti alla sede
dell'associazione un vecchio scambio ferroviario in uso nei primi
anni del Novecento, donato dal locale museo della ferrovia. Con
accanto il racconto di quei fatti è stata anche scoperta una lapide
con sopra inciso il motto scelto dalla Pubblica Assistenza nel 1909:
si tratta di una frase di Giovanni Bovio che recita “Dove comincia
l'umanità l'uomo si sente membro di una grande famiglia”.
Dopo
questo significativo ricordo delle proprie origini la manifestazione
si è sviluppata sui nuovi mezzi del nuovo parco macchine e sulla
vera forza dell'associazione: i volontari.
Il
presidente Matteo Carrai, nel suo intervento ha presentato i punti di
forza dell'associazione ringraziando i volontari, per quanto da
questi viene fatto, e i vari sostenitori che hanno reso possibile
l'acquisto dei nuovi mezzi.
Accanto
a lui Patrizio Ugolini, della direzione regionale dell'ANPAS,
Giampiero Fossi, assessore alle politiche socio sanitarie del comune
di Signa e Marinella Fossi, assessore alla Protezione Civile.
Presenti, accanto alle autorità militari, civili e religiosi
moltissimi altri volontari venuti a Signa da ogni parte della
Toscana, a bordo delle loro autoambulanze, per festeggiare i nuovi
mezzi della Pubblica Assistenza dimostrando che la grande famiglia
del volontariato non ha confini né ideologici, né razziali, né
territoriali, né religiosi.
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