domenica 30 marzo 2014

Il 3 aprile nella Salablù venti anni di restauri


Il prossimo 3 aprile si terrà, nella Salablù del Centro Culturale Boncompagno da Signa, una serata nella quale verranno presentati i quasi venti anni di restauri e di recuperi che hanno visto la presenza attiva dell'Amministrazione Comunale.
Dal 1995 al 2014 Signa ha assistito, nella massima continuità amministrativa, al ritorno ed alla ricollocazione di quasi un centinaio di grandi opere giacenti in vari magazzini o inviate urgentemente al restauro a causa di profondi danneggiamenti.
Grandi pale d'altare, affreschi, sculture, documenti di archivio, arredi sacri, reliquiari fanno da importante cornice al recupero di fondamentali strutture architettoniche quali la pieve e il campanile di San Lorenzo, l'oratorio di San Gaetano, il palazzo dugentesco di piazza Bigagli, il tabernacolo di Domenico di Michelino in via dell'Edera, il tabernacolo secentesco di San Miniato e, visto lo stato di altre cinte murarie, la torre di settentrione e un tratto di mura del Castello di Signa.
Seguendo una progettazione complessiva di arricchimento del nostro territorio, fondata anche sul recupero dei principali elementi storici ed identificativi di Signa, in quasi venti anni possiamo dire di avere ottenuto risultati di un certo rilievo grazie anche alle fattive sinergie con la Soprintendenza, con le parrocchie, con gli Istituti di Credito, con i club Rotary, Rotaract e Lyons.
Con il 2014 si chiude una prima fase di interventi nella piena coscienza che se la maggior parte delle cose è stata fatta altro deve ancora realizzarsi.
Grazie ad una ricerca attenta nei depositi fiorentini altre opere signesi sono venute alla luce unitamente agli arredi in legno delle chiese di San Mauro e di Sant'Angelo danneggiati dall'alluvione del 1966: compito della nuova amministrazione sarà il favorirne il ritorno. Bello sarebbe anche programmare la ricerca degli affreschi nascosti della pieve di San Giovanni e della chiesa di Santa Maria che attendono ancora di essere liberati dall'intonaco secolare che li ricopre.
Già finanziato ed in attesa di superare gli ultimi ostacoli burocratici il tabernacolo di via della Redina: l'ultimo dei grandi tabernacoli ancora da restaurare.
Importante sarà anche vedere la fine dei lavori all'ex Palazzo Comunale di via Ferroni che dovrà ospitare il Museo della Paglia.
Infine una piccola considerazione: oltre all'importanza turistica di certi recuperi, e i recenti numeri sembrano offrire già da adesso una buona risposta, le opere storico artistiche rappresentano per una comunità quello che per una famiglia viene rappresentato dalle foto dei nonni, dai piccoli quadri, da quanto è rimasto di chi ci ha preceduto nelle nostre case e che fa si che la mia casa non sia soltanto un letto, un tavolo o un divano; fa si che la mia casa sia la mia casa, luogo di affetti e di memoria nel quale potermi sentire nella mia vera essenza e libertà. Allo stesso modo quando un paese non è composto soltanto da parcheggi, rallentatori, marciapiedi, ma ingloba e valorizza tutti gli elementi dell'arte, della fede, della memoria, tutti quegli elementi che lo rendono veramente unico, abbandona il ruolo amorfo di insieme di strade e case e diviene un luogo magico dove viverci e sentirne il respiro.
Abitarci vuol dire soprattutto entrare a far parte di una vera grande famiglia affrontando, insieme alla più vasta comunità locale, percorsi bellissimi carichi di sogni, di vita e di avventure.






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