Mi piacciono
gli auguri di buon anno.
Alla faccia
di una visione pessimistica del futuro, ben esplicitata dal racconto
relativo al venditore di lunari di Giacomo Leopardi, è bello sentire
quel miscuglio di auguri e di speranze che vengono espresse nelle
giornate a cavallo del 1 gennaio.
Certo non è
dato a nessuno di conoscere né il proprio futuro né quello degli
altri ma la speranza che tutto possa andar bene contribuisce
sicuramente ad avere fiducia sia nei nostri mezzi che, per chi ha
fede, in aiuti superiori.
Il 31
dicembre, in tutte le chiese, viene cantato il Te Deum come
ringraziamento dell'anno passato: penso sia bello ricordare chi e
quanti ci hanno accompagnato nella vita di ogni giorno per tutto il
tempo che ci stiamo lasciando alle spalle ma, al tempo stesso, è
bello anche pensare a chi ci accompagnerà nei prossimi tempi in un
futuro che non potrà che essere bellissimo perché è il nostro.
L'accademico
Fiorito della Crusca aveva come sua frase un motto veramente
ottimistico che voglio condividere nel fare i miei auguri:
“Del
presente mi godo e meglio aspetto”.
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