Il 10
febbraio per non dimenticare. Anche quest'anno l'Amministrazione
Comunale di Signa ricorderà con una cerimonia che si terrà lunedì
prossimo alle ore 19.00 il dramma dei nostri confini orientali.
Intorno alla
pulizia etnica che nell'immediato dopoguerra ha visto la persecuzione
della popolazione italiana nei territori occupati dalle truppe
jugoslave si è consumata negli anni una vergognosa opera di omertà
e di disinformazione.
A lungo, per
motivi estremamente diversi fra loro, la sinistra, la destra, il
centro della politica hanno nascosto o si sono disinteressati dei
crimini commessi dal maresciallo Tito contro gli Italiani.
Gli stessi
profughi, colpevoli spesso solo di essere nati in una certa zona, al
loro rientro hanno avuto un'accoglienza che a ragione può definirsi
vergognosa.
Gli orrori
delle foibe rappresentano oggi emblematicamente uno dei simboli dei
silenzi della storiografia di un paese che non ha, a differenza della
Germania, fatto ancora i conti con il proprio recente passato.
Il mito
degli “Italiani brava gente” cozza profondamente con gli eccidi
da noi compiuti in Africa, in Grecia e sui Balcani. Cozza anche con
la delazione e l'indifferenza generalizzata nei confronti
dell'Olocausto e con l'italianizzazione forzata delle popolazioni
slave durante il fascismo.
In questa
data comunque, per non confondere gli orrori fra loro e per evitare
la confusione che si potrebbe ottenere nel mischiare elementi storici
diversi, è bene concentrare la nostra attenzione su quel complotto
del silenzio che ha visto come vittime i nostri connazionali lasciati
completamente soli da uno Stato non ancora capace di difendere i propri cittadini in
autonomia dalle grandi pressioni internazionali e dagli egoismi di
chi doveva difendere criminali di guerra fascisti o complici di un
regime autoritario e nazionalista che sotto gli emblemi della falce e
martello trovava simpatia anche negli ambienti del comunismo
italiano.
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